L’Ordine dei Giornalisti e l’Associazione della Stampa di Basilicata, in relazione alla vicenda portata alla luce dall’inchiesta giudiziaria su attività corruttive da una parte e stalking ai danni della sindaca di Ruoti, Annamaria Scalise, dall’altra – nella quale sono coinvolti anche due giornalisti in qualità di indagati e altri che compaiono nell’ordinanza del Gip presso il tribunale di Potenza – hanno un solo commento da fare: c’è una legge e deve essere uguale per tutti.
Con il passare dei giorni, tuttavia, non solo non si è attenuata la quantità dei commenti sulla vicenda ma sono stati portati in evidenza particolari che rendono necessarie alcune puntualizzazioni. Subito però va espressa totale ed incondizionata solidarietà a quei giornalisti e a quelle testate – in particolare il collega Leo Amato e “Il Quotidiano del Sud” – che hanno continuato e continuano a fare con dedizione professionale il loro lavoro, che è quello di informare l’opinione pubblica: parole offensive, se non vere e proprio minacce, non devono toccarli.
Va detto anche che il tono di alcuni commenti che si sono letti e sentiti nei giorni scorsi non sono condivisibili fino in fondo. Sono stati evocati concetti – la libertà di informazione, addirittura il rapporto fra informazione e democrazia – francamente troppo grandi per essere avvicinati a una vicenda vergognosa e imbarazzante (tutta, non solo nella parte che si riferisce ai giornalisti).Come sta accadendo spesso in Basilicata, oltretutto, si ha l’impressione che sfuggano a molti commentatori i significati più autentici e profondi di alcune vicende giudiziarie: in questo caso, sì anche una certa ombra che si proietta sull’informazione, ma di più un certo modo di intendere il potere e la politica e un attacco sconsiderato ed ingiustificabile ad una donna, sindaca di Ruoti, che in altri contesti avrebbe raccolto molto di più che pronti – sia chiaro, giustissimi – attestati di solidarietà.
Per quanto riguarda i giornalisti, è convinzione profonda dell’Ordine regionale della Basilicata e dell’Associazione della Stampa di Basilicata che, da questa brutta vicenda, essi debbano ricavare tre insegnamenti, tre indicazioni: non basta proclamarsi o dire di essere indipendenti, è necessario esserlo davvero, in ogni modo e in ogni momento, nonostante la fatica che questo può costare; continuare a lavorare con umiltà e professionalità al servizio della propria comunità; essere oggi, sforzarsi di essere oggi migliori di ieri e domani migliori di oggi. Come si vede, un programma molto impegnativo ma l’unico possibile, l’unico a cui possiamo credere e aspirare.